Link Sponsorizzati: A cosa serve il rel=”sponsored”?

  • 31 Ottobre 2024
  • SEO

Abbiamo visto su HeroLink come la link building sia un elemento cruciale per una strategia SEO di successo per qualsiasi sito o attività online, ma i link sponsorizzati come possono essere integrati nella strategia di link building? Sono necessari? Cosa ne pensa Google a riguardo?

Un sguardo alle origini dei link sponsorizzati

Per comprendere a fondo il concetto di link sponsorizzati, facciamo un bel passo indietro. Quando i servizi di SEO hanno iniziato a diffondersi, molti marketer hanno capito il potere che hanno i backlink e hanno iniziato a inserire link su blog, siti e soprattutto sui commenti dei vari forum, tanto che Google per risolvere questo problema nel 2005 ha introdotto l’attributo “nofollow” per combattere l’abuso di spam nei commenti. Questo attributo indica ai motori di ricerca di non seguire il link e di non trasferire alcun PageRank al sito di destinazione, evitando così che i link non affidabili influiscano sul posizionamento rendendo praticamente inutile la pratica di spamming sui siti.

La “battaglia” con Google

L’introduzione dei link nofollow tra i vari tipi di backlink è stata ben accolta perché ha permesso ai webmaster di proteggere i propri siti dal link spam e di evitare di passare autorità a contenuti non desiderati. Con questo aggiornamento, anche i link sponsorizzati sono stati automaticamente contrassegnati come nofollow, rendendo difficile per Google distinguere tra link pubblicitari legittimi e link inaffidabili.

I link sponsorizzati possono essere un’opzione interessante per la tuo link building, ma è importante gestirli correttamente per evitare penalizzazioni e massimizzare i benefici anche se personalmente insisto nell’esempio reale del consiglio tra amici.

Se consigli ad un amico una pizzeria, non dirai mai che “sei stato pagato” per consigliargli quella pizzeria, ma al massimo cercherai di fare il giro largo e parlarne bene. Per questo perché dovrei segnalarlo su Google? Ovviamente solamente per avere un bel mix di link nel tuo profilo e migliorare il profilo in ingresso, giusto per quello.

Introduzione dell’attributo rel=”sponsored

link sponsorizzato su google

Per migliorare la comprensione dell’intento dietro un link, Google ha introdotto nel 2019 due nuovi attributi: “sponsored” e “UGC” (User-Generated Content), affiancandoli all’attributo esistente “nofollow”.

L’attributo UGC è stato progettato per identificare i link generati dagli utenti, come quelli presenti nei commenti ai blog o nei post dei forum. Con questi nuovi attributi, i motori di ricerca possono comprendere meglio la finalità di ciascun link, anziché ignorarli tutti indiscriminatamente come link nofollow, in pratica è proprio come se stesse avvisando pubblicamente “sì, sono stato pagato per parlare di questo servizio o di questo sito”

Come si specificano gli attributi nei link

  1. Link nofollow: rel="nofollow"
  2. Link sponsorizzati: rel="sponsored"
  3. Link generati dagli utenti: rel="ugc"

Come i link sponsorizzati influenzano il link building

Prima del 2020, Google ignorava i link con attributi come “nofollow” ma gli ultimi aggiornamenti hanno reso attributi dei semplici “suggerimenti”, il che significa che Google può decidere di considerarli per l’indicizzazione e la scansione.

Ricordatevelo sempre, i link sponsorizzati non rappresentano un fattore di ranking diretto e non trasmettono link juice al sito di destinazione. Il tag rel="sponsored" indica chiaramente all’algoritmo di Google che il link è frutto di una sponsorizzazione e limita il passaggio di autorità tra le pagine.

Bisogna comunque dire che ottenere link sponsorizzati da siti di alto profilo può comunque portare vantaggi, soprattutto in termini di visibilità e traffico, poiché Google tratta questi segnali come suggerimenti e potrebbe attribuire loro un valore in certe circostanze.

Cos’è la Link Juice?

Link juice, o link equity, rappresenta il valore che una pagina trasferisce a un’altra tramite un collegamento. Questa autorità è un elemento importante per la SEO, poiché una pagina che riceve più link equity ha maggiori probabilità di posizionarsi bene sui motori di ricerca, non starò qui a prolungarmi ulteriormente ma se ne vuoi sapere di più ti consiglio di leggere la guida sulla Link Juice qui su HeroLink perché è stata reputata da Google e dagli utenti come una delle migliori guide del settore e vi ringrazio per questo!

Escamotage per non mettere rel=”sponsored”?

link sponsorizzato sul NyTimes

Visto che il rel=”sponsored” non trasmette autorità perché mai una persona dovrebbe pagare per un link se alla fine non è che conta così tanto? Bhe, c’è sempre un’escamotage per bypassare ed essere “in regola” e possiamo prendere spunto da niente poco di meno che il New York Times. Invece che mettere l’attributo nel link, si mette un bel “post a pagamento” sia nel titolo che nella categoria di appartenenza e via.

Un esempio? Guardate questo articolo che parla della Dell sul NyTimes e vedete come sta provando a rivoluzionare il mercato. Dichiara completamente che è un link sponsorizzato, tanto che scrive ad inizio articolo: “Questo contenuto è stato pagato da Dell EMC e creato in collaborazione con T Brand, lo studio di contenuti del New York Times Advertising. Il personale di news e redazione del New York Times non ha avuto alcun ruolo nella creazione di questo post.” e così nessun rel=”sponsored” sull’articolo nei confronti di Dell.

Alla fine fa qualcosa di male? No, avvisa il pubblico che è comunque un articolo a pagamento ma a livello di SEO fa qualcosa per il cliente. In pratica? Una soluzione win-win.

Verrò penalizzato se utilizzo link sponsorizzati?

No tranquillo, non sarai penalizzato assolutamente, anzi, potresti essere visto anche “bene” da Google, un po’ meno dal cliente.

Il tag rel=”sponsored” è stato introdotto da Google proprio per consentire un uso legittimo dei link a pagamento su siti di terze parti, senza rischiare penalizzazioni. Google ufficialmente secondo le sue linee guida richiede di utilizzare questo tag quando un link è stato acquistato o inserito per finalità pubblicitarie.

Come riportato da Google: “L’acquisto o la vendita di link che passano il PageRank viola le Linee guida per i webmaster di Google e può influire negativamente sul posizionamento nei risultati di ricerca.” Google riconosce che non tutti i link a pagamento mirano a manipolare i risultati di ricerca: se lo scopo è pubblicitario, proprio come succede nella realtà, i webmaster non rischiano penalità purché utilizzino l’attributo corretto.

Sinceramente, non mi sento di consigliare di includere l’attributo rel=”sponsored” o rel=”nofollow” nei link sponsorizzati perché pagare per un link che probabilmente ha la stessa potenza di un commento in un blog mi sembra eccessivo, ma se utilizzato nel modo giusto, e al giusto prezzo, può comunque aumentare la notirietà del brand. Con il link sponsorizzato Google capirà chiaramente che si tratta di un link a pagamento e non passerà alcun link juice a fini di ranking, preservando l’integrità del tuo profilo di backlink e della tua strategia SEO.

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