Clickout Media e le tattiche SEO Parasite da 40 Milioni l’anno!

Il SEO specialist Timothy M. ha recentemente pubblicato un rapporto investigativo approfondito intitolato “Sotto l’occhio cieco di Google, un crescente ecosistema di parassiti sta prosperando”, ospitato sul dominio recleudo.com. L’analisi mette in luce l’uso di tattiche SEO discutibili, come l’abuso della reputazione di siti autorevoli e tecniche di SEO parasite. Secondo Timothy, queste strategie sarebbero adottate da Clickout Media per incrementare il proprio traffico organico, rivelando una possibile connessione con Finixio e i suoi stakeholder.

In passato, la piattaforma TheHolyCoins aveva già sollevato dubbi sulle attività di Finixio, mettendo in evidenza il suo legame con LuckyBlock durante il lancio del progetto. Aveva denunciato come alcuni importanti siti di criptovalute spingessero gli utenti verso investimenti in progetti dubbi.

Pur presentando dati già disponibili nei registri pubblici, il valore del lavoro risiede nel modo in cui collega i punti chiave delle operazioni di Clickout Media e Finixio, offrendo una panoramica dettagliata in un unico documento.

Per raccogliere queste informazioni, Timothy M. ha utilizzato un mix di strumenti e metodologie: analisi di registri pubblici, valutazioni SEO avanzate, tracciamento dei reindirizzamenti e confronti tra i modelli di traffico di diversi siti. Ha anche condotto interviste con professionisti direttamente esposti alle operazioni di Clickout Media e Finixio, ottenendo informazioni preziose che hanno aggiunto profondità alle sue conclusioni. Davvero un lavoro da investigatore! I miei complimenti pubblici a Timothy!

Campagne di link building per casino fatta a mestiere o genio che ha sfruttato una falla di Google?

Come Finixio sfrutta la SEO parasite e i domini ad alta autorità per incrementare il traffico

L’indagine condotta da Timothy evidenzia come Finixio utilizzi tattiche di SEO parasite per acquisire vecchi domini con alta autorità e trasformarli in strumenti per generare un traffico significativo verso i propri contenuti affiliati, principalmente legati a gioco d’azzardo e criptovalute. Appropriandosi della credibilità di questi domini, l’azienda manipola le classifiche dei motori di ricerca, aggirando le pratiche SEO trasparenti ed etiche.

Un esempio emblematico è il caso di Techopedia, un sito con un’eccezionale autorità di dominio come potete vedere qui sopra.

Dopo l’acquisizione da parte di Finixio, l’intero staff originario è stato licenziato e sostituito con un team meno esperto. Il focus editoriale del sito è stato successivamente spostato sulla promozione di attività affiliate, in particolare campagne legate al gioco d’azzardo online e progetti di criptovaluta associati a Finixio.

Questa strategia consente a Finixio di sfruttare la reputazione preesistente dei domini acquisiti per influenzare le classifiche di Google e indirizzare gli utenti verso contenuti che massimizzano i profitti derivanti dalle affiliazioni.

Come funziona? Basta fare una ricerca per una keyword abbastanza costosa come “casino utan” e vedere quante ricerche mensili vengono fatte.

A questo punto sfruttare l’enorme potenza del dominio di techopedia per classificarsi per una keyword COMPLETAMENTE FUORI DAL SUO BUSINESS ma molto redditizia.

Un bel redirect perché poi si apre il sito

Ed il gioco è fatto.

Monetizzazione veloce, non etica, ma sicuramente più alta di un prodotto comprato su Amazon.

L’impatto sulla qualità dei contenuti e le identità sospette

Un effetto collaterale significativo della strategia di Finixio è il drastico calo della qualità dei contenuti sui siti coinvolti, come evidenziato nel rapporto di Timothy. Tra le anomalie emerse, vi è il sospetto che alcuni degli autori citati sui siti affiliati a Finixio possano non essere persone reali. Sebbene non sia stato possibile confermare questa ipotesi con certezza, Timothy ha sottolineato l’assenza di qualsiasi traccia pubblica che attesti l’esistenza di questi individui o delle opere a loro attribuite.

Ma sicuramente avranno avuto degli autori reali per rispettare le ultime direttive di Google con il loro ultimo Helpful Update Content.

Qua abbiamo Margaret Rouse, una famosissima scrittrice, esperta del settore che scrive per Techopedia ma in realtà è stata citata anche dal New York Times.

Esiste anche una pagina linkedin, quindi profilo reale: https://www.linkedin.com/in/margaretrouse o perlomeno costruito molto bene, ma c’è un piccolo problema.

Basta usare un semplice operatore di Ricerca di Google per vedere che in realtà il suo nome non appare mai, o perlomeno non con articoli attinenti.

E guarda caso Rouse non compare da nessuna parte se non nelle proprietà Finixio/Clickout Media.

Questo dimostra che Finixio sta inventando membri dello staff quando in realtà sta utilizzando uno staff mutevole di freelance? No, ovviamente no.

Ma se così non fosse, mi sorge spontanea la domanda: dove sono queste persone e soprattutto le citazioni che rispettano le linee guida di Google?

Una storia simile ho scoperto che si verificata anche su ReadWrite, altra acquisizione di Finixio/Clickout Media

Il caso ReadWrite: tattiche replicate

Proseguendo l’indagine, Timothy ha analizzato anche il sito ReadWrite, scoprendo dinamiche simili a quelle osservate su Techopedia. In entrambi i casi, l’abuso della reputazione del dominio emerge come un elemento centrale, con paralleli evidenti nelle tattiche SEO impiegate.

Un bel traffico per un sito che parla di videogiochi e ha infatti tra le principali keyword organiche

Un po’ di tutto, ma con prevalenza verso il gaming, solo che dopo l’acquisizione di Clickout Media le categorie del sito sono cambiate, dando prevalenza al mondo delle cripto.

Sponsorizzando anche molte meme coin e cripto che si sono rilevate delle vere e proprie truffe nel tempo.

Reindirizzamenti 301 e manipolazione dell’autorità di dominio

Uno degli aspetti più controversi analizzati nel rapporto riguarda l’utilizzo da parte di Clickout Media dei reindirizzamenti 301 per appropriarsi del traffico SEO di domini scaduti. Questa pratica, classificabile tra le strategie SEO non etiche, consente di trasferire autorità da siti inattivi verso nuove pagine, migliorando così il ranking e incrementando i profitti da affiliazioni.

Anche un famoso SEO italiano, Valentino Mea, utilizza questa tecnica, ma devo essere sincero che lo fa con astuzia e in un modo davvero “elegante”. Tanto da provocare in me un’emozione di stima nei suoi confronti.

Comunque l’indagine ha identificato diversi domini sfruttati in questo modo, tra cui archiveswales.org.uk, i cui reindirizzamenti convogliano traffico e autorità verso le pagine di gioco d’azzardo di Techopedia. Questi metodi sembrano essere fondamentali per l’abilità di Clickout Media di generare traffico e monetizzare attraverso le affiliazioni.

Il legame tra Finixio e Clickout Media

Un’analisi approfondita dei registri pubblici ha rivelato l’interconnessione tra Finixio, Clickout Media e le società holding collegate. Secondo i dati raccolti, Adam Grunwerg e Samuel Miranda occupano ruoli di rilievo sia in Finixio che in Clickout Media, detenendo partecipazioni in società madri di quest’ultima.

Come sottolinea Timothy:

“Le aziende non sono collegate, ma le persone sì. Finixio non possiede Clickout Media; le stesse persone controllano entrambe le società. Qualcuno potrebbe chiamarla una distinzione senza differenza, ma dubito che uno di questi sarebbe un avvocato.”

Questa connessione, seppur indiretta, mette in luce una rete intricata di interessi comuni, alimentando i dubbi sulla trasparenza delle operazioni condotte da queste organizzazioni.

Rivelato il fatturato di Clickout Media e Finixio: una rete da 40 milioni di dollari e oltre 200 asset

Fonte: https://recleudo.com/

Durante le sue ricerche, Timothy è stato contattato da un reclutatore di Clickout Media, che gli ha fornito una rara visione interna sul funzionamento dell’azienda. Il reclutatore ha descritto apertamente Clickout Media e Finixio come “essenzialmente la stessa entità” e ha condiviso dettagli sorprendenti. Tra questi, il controllo di una rete di oltre 200 siti web, tra cui Techopedia e Business2Community, e un fatturato annuo netto di 40 milioni di dollari.

Fonte: https://recleudo.com/

Questa interazione ha confermato molte delle scoperte di Timothy, fornendo ulteriori prove della stretta relazione tra le due aziende e delle loro discutibili pratiche SEO. La trasparenza del reclutatore ha contrastato nettamente con le tattiche opache e manipolative rivelate dal rapporto, gettando nuova luce sul modus operandi delle aziende.

L’impatto dell’algoritmo di Google sulle parole chiave legate al gioco d’azzardo

L’indagine di Timothy ha anche messo in evidenza l’effetto dei recenti aggiornamenti dell’algoritmo di Google sul traffico organico di Techopedia. Questi cambiamenti hanno determinato un significativo calo delle visite per parole chiave legate al gioco d’azzardo in diverse regioni. I mercati come la Svezia e la Germania hanno registrato stabilità o addirittura un incremento del traffico, evidenziando evidenti incongruenze nell’applicazione degli aggiornamenti algoritmici.

Secondo Timothy, queste discrepanze derivano dall’incapacità dell’algoritmo di Google di trattare uniformemente contenuti in lingue diverse e mercati specifici. Mentre i contenuti in lingua inglese vengono sottoposti a controlli più stringenti, quelli in altre lingue sembrano spesso sfuggire alle sanzioni. Questo permette a siti come Techopedia di mantenere posizioni di rilievo in determinate regioni, nonostante le pratiche SEO manipolative impiegate.

Arriviamo al punto

Non la voglio fare lunga, ma chiedete voi a Finixio/Clickout Media se è meglio un uovo oggi da 40 milioni o una gallina un domani.

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