La disputa tra Matt Mullenweg e WP Engine diventa pesante

  • 16 Dicembre 2024
  • News

Il co-fondatore di WordPress, Matt Mullenweg, ha espresso un forte disappunto in seguito a una sentenza che lo obbliga a fornire “manodopera gratuita” a WP Engine. Secondo Mullenweg, questa decisione stabilisce un precedente pericoloso per l’ecosistema open source.

matt mullenweg

WP Engine ha riacquistato il controllo del plugin Advanced Custom Fields (ACF) e degli accessi su WordPress.org. La reazione di Mullenweg non si è fatta attendere: ha descritto la situazione come “disgustosa e nauseante” in un tweet, aggiungendo che, sebbene non fosse d’accordo con la decisione del tribunale, aveva rispettato l’ordine. Ha messo in dubbio l’urgenza dichiarata da WP Engine, evidenziando come non abbiano ancora modificato lo slug del plugin, nonostante le loro richieste.

WP Engine annuncia il ripristino del controllo sul plugin ACF

Il 13 dicembre 2024, WP Engine ha confermato su X (precedentemente Twitter) di aver ripreso il controllo del plugin ACF. L’account ufficiale del team ACF ha rassicurato gli utenti, spiegando che non era necessaria alcuna azione per chi utilizzava la versione ufficiale o quella PRO del plugin.

Le accuse di Mullenweg a WP Engine

Mullenweg ha accusato WP Engine di contribuire troppo poco all’ecosistema WordPress, lamentando uno squilibrio nel dare e ricevere rispetto al progetto open source. Durante la WordCamp USA del settembre 2024, ha rivelato di aver chiesto a WP Engine un contributo di 30 milioni di dollari, richiesta respinta dalla compagnia. Questo rifiuto ha portato a un’azione legale da parte di WP Engine, che ha ottenuto un’ingiunzione preliminare contro Mullenweg e Automattic, costringendoli a ripristinare gli accessi e a rimuovere contenuti ritenuti diffamatori.

Le controversie passate di Matt Mullenweg

Matt Mullenweg non è nuovo a dispute nell’ambito della licenza GPL e del marchio WordPress.

Nel 2010, si scontrò con Chris Pearson, creatore del tema Thesis, accusandolo di violare la licenza open source. Pearson ammise in seguito di non aver compreso appieno le implicazioni legali. Mullenweg intensificò la battaglia offrendo temi GPL gratuiti ai clienti di Thesis che decidevano di cambiare piattaforma, danneggiando ulteriormente la reputazione di Pearson.

Un altro episodio significativo si verificò nel 2016, quando Mullenweg accusò Wix di aver violato la licenza GPL utilizzando codice di WordPress nella loro app mobile. Il CEO di Wix rispose, sottolineando i contributi della sua azienda all’open source e difendendo l’uso legittimo del codice. Alla fine, Wix rimosse la parte contestata dall’app.

Un leader controverso nell’open source

accesso di worpdress.org

Matt Mullenweg ha giocato un ruolo cruciale nella crescita di WordPress come piattaforma open source, ma la sua leadership è spesso accompagnata da controversie. Nonostante le critiche, ha mantenuto una visione chiara sull’importanza della licenza GPL e sulla necessità di garantire che le aziende che traggono vantaggio dall’ecosistema WordPress contribuiscano equamente al progetto.

Un equilibrio necessario tra legalità e comunità

L’episodio tra Matt Mullenweg e WP Engine va oltre una semplice disputa legale: mette in luce il fragile equilibrio tra esigenze commerciali e i valori fondanti dell’open source. Da una parte, WP Engine ha esercitato il suo diritto legale per tutelare i propri interessi; dall’altra, Mullenweg, con il suo sarcasmo e la sua critica diretta, solleva una questione cruciale: quanto è giusto beneficiare di un ecosistema senza restituire proporzionatamente?

Personalmente, credo che questa vicenda debba servire come spunto di riflessione per tutte le aziende che operano nell’open source. È essenziale ricordare che la forza di WordPress risiede nella comunità globale di sviluppatori, creatori di plugin e volontari che contribuiscono senza aspettarsi nulla in cambio, ma che meritano rispetto e reciprocità. Quando il focus si sposta troppo sugli interessi aziendali, c’è il rischio di alienare proprio quelle persone che rendono possibile l’esistenza di piattaforme come WordPress.

Il tono provocatorio di Mullenweg può sembrare fuori luogo, ma rappresenta un invito a guardare oltre le questioni legali e a riflettere sul vero significato dell’open source. Alla fine, se le parti coinvolte non trovano un punto d’incontro, sarà l’intero ecosistema a pagarne il prezzo. Questo conflitto dovrebbe ricordare a tutti quanto sia importante bilanciare profitti e comunità per mantenere vivo lo spirito collaborativo che ha reso WordPress ciò che è oggi.

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