Cos’è quel parametro srsltid= di Google che troviamo su Analytics?

Quest’anno tra le novità più interessanti abbiamo trovato nei risultati di Analytics il parametro srsltid= e ha scatenato la curiosità di molti SEO anche se il buon Barry Schwatz in realtà lo aveva già segnalato su Search Engine Land a Febbraio del 2022, precisamente quando Google ha iniziato ad aggiungerlo alle inserzioni di Google Merchant Center con il “tagging automatico” attivato.

Lo scopo principale era quello di garantire che i clic dalle inserzioni di prodotto al sito Web di un commerciante fossero correttamente attribuiti a Google Shopping facendo capire a chi analizzava i dati la sua provenienza.

Ma c’è stato un cambiamento ad agosto, questo parametro oltre ad essere aggiunto sotto le inserzioni con il il tag “Shopping” e ai risultati di ricerca universali è stato aggiunto alle inserzioni organiche.,

Al posto di Barry Schwatz è arrivata la risposta ufficiale di John Mueller su LinkedIn.

Diciamo che questa risposta ha soddisfatto al maggior parte della community ed hanno smesso di parlarne per molti anni, ma per molti è sempre rimasto un problema.

Spiegherò perché ritengo che questo sia un problema importante che deve essere risolto. Prima di farlo, ricapitoliamo la radice del problema:

Il srsltid= è un parametro viene generato a ogni impressione di ricerca organica. Questo significa che ogni volta che aggiorno una SERP, Google aggiunge un nuovo parametro univoco al mio elenco organico e c’è qualcosa che non torna.

Ricordiamoci che Google Shoppine e ricerca organica sono due cose diverse

La ricerca organica di Google e Google Shopping servono scopi distinti e funzionano con meccanismi separati. La ricerca organica, attiva dal 1998, è destinata a fornire informazioni generali indicizzando l’intero web. Google Shopping, nato nel 2002 e precedentemente noto come Froogle, si concentra esclusivamente su prodotti acquistabili, alimentando i suoi risultati dal feed di prodotti dei commercianti.

Dal punto di vista SEO, due sistemi utilizzano algoritmi di ranking diversi. Nonostante la ricerca universale possa mescolare risultati organici con link di prodotti e contenuti locali, Google mantiene una chiara distinzione tra i due. Tuttavia, quando una pagina di prodotto di un sito e-commerce si posiziona nei risultati organici, viene spesso attribuita alla ricerca di Google Shopping, apparentemente solo per via del nome “Google” in comune, evidenziando una confusione ingiustificata.

Google conosce come le persone utilizzano la ricerca organica?

srsltid nei link su google

Un problema più grave dell’attribuzione errata dei link organici a Google Shopping sta emergendo con l’uso di parametri unici negli URL dei risultati di ricerca. Gli utenti che gestiscono siti di e-commerce spesso condividono i link copiando semplicemente l’URL dei risultati di Google. Questi URL ora includono parametri come “srsltid”, che finiscono per essere associati a Google Shopping.

Questo accade perché la maggior parte delle persone non presta attenzione a questi parametri, e li condivide direttamente sui siti e sui social media, causando un’attribuzione errata. Su piattaforme come X e Instagram, stanno aumentando i collegamenti con questi parametri, diffondendo così un numero crescente di URL etichettati come “Google Shopping”, sebbene non siano legati a ricerche specifiche di prodotti.

srsltid nei link su google

Pensate alla signora di 65 anni che lavora alle poste e vuole condividere l’ultima macchinetta da cucire che ha trovato su Google Shopping, la condivide utilizzando quell’url diretto che trova.

A questo punto il tag canonical a cosa serve?

Ironia della sorte, il tag rel=canonical era stato ideato proprio per evitare che Google indicizzasse e mostrasse diverse varianti di uno stesso URL. La scelta di Google di generare URL unici con parametri nella ricerca organica compromette l’efficacia di questo tag, rendendone inutile l’uso per evitare duplicazioni di contenuti.

Che dovrebbe fare Google?

La soluzione per Google sarebbe semplice secondo me, limitare il tagging automatico ai risultati nella scheda Google Shopping e alle inserzioni di prodotto nella ricerca universale, lasciando fuori i link organici. Google già applica questa separazione nei risultati a pagamento con il parametro “gclid” e potrebbe fare lo stesso per le inserzioni di prodotto, senza influire sulla ricerca organica.

Sebbene il team di Google Shopping desideri ottimizzare l’analisi per monitorare le prestazioni dei prodotti, integrare parametri negli URL organici danneggia l’integrità della ricerca. Trattare i link organici su Google come farebbe su Bing, Facebook o ChatGPT sarebbe più appropriato. Un po’ di trasparenza da parte di Google su come intende affrontare questo problema sarebbe auspicabile, prima che il parametro “srsltid” inondi il web.

Consiglio per risolvere il problema srsltid=

Se sei un amministratore del sito e noti che il parametro “srsltid=” appare nei tuoi link in entrata, la soluzione migliore è disattivare il tagging automatico in Google Merchant Center. Per mantenere il monitoraggio, utilizza il Campaign URL Builder di Google per GA4, creando manualmente i tag per ogni prodotto e includendoli nel feed di Google Shopping. Con un po’ di fortuna, la crescente attenzione su questo problema spingerà Google a riconoscerlo e a risolverlo.

Siamo una community, serviamo a questo!

Fammi sapere se hai riscontrato questo problema nei commenti e dimmi come hai risolto!

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